Oscillazioni minime e, sul finale, una seduta lievemente più negativa: questo, in sintesi, l’andamento della quotazione dell’oro nella settimana a cavallo tra agosto e settembre. Settimana breve, peraltro, con mercati chiusi lunedì 31, e che conferma come il mercato del metallo prezioso stia vivendo una fase senza scossoni, ma anche senza aver ancora imboccato rotta precisa.
Borse mondiali sull’ottovolante, nell’utima settimana di contrattazioni del mese di agosto, ma l’oro non ne risente in modo particolare continuando ad oscillare poco sopra o sotto quota 1.000 euro per oncia. Un andamento che, in ogni caso, determina un risultato settimanale positivo, sebbene di poco superiore al punto percentuale.
Il World Gold Council ha diramato il rapporto periodico che fa il punto sulla domanda globale di metallo prezioso nel trimestre appena concluso (Q2, aprile-giugno). E, dalle dense 29 pagine che compongono il documento, stilato dall’associazione internazionale che riunisce le principali industrie del settore a livello planetario, emergono luci ed ombre.
“Nei prossimi cinque anni, il settore dell’estrazione mineraria dovrà ripensare, a livello globale, un modello che è rimasto sostanzialmente identico negli ultimi cinquant’anni”: a sostenerlo è l’esperto sudafricano Fred Cawood in un articolo firmato da Anine Vermuelen in “MiningWeekly” (leggi qui il testo completo).
Doha Bank, uno dei principali gruppi finanziari e creditizi del Golfo Persico con sede in Qatar (nella foto, l’avveniristica sede), nonché unico operatore autorizzato ad importare e a commercializzare oro da investimento nell’Emirato, ha visto nella prima parte del 2015 un’impennata negli acquisti di metallo prezioso da parte dei propri clienti tanto da prevedere, entro fine anno, di arrivare ad un fatturato complessivo nel settore pari a circa 55 milioni di dollari.