La Reserve Bank of India, banca centrale del gigante asiatico, ha dichiarato di essere “fortemente preoccupata” per i dati relativi alle importazioni d’oro nel paese.
Settimana all’insegna della flessione, sebbene non accentuata, quella vissuta dall’oro fra il 20 e il 24 aprile, con quotazioni rimaste in sostanza stabili nelle prime sedute ed un ripegamento più marcato da metà settimana in poi, fino a riportare il fixing sotto la quota dei 1.100 euro per oncia. Il prezzo al grammo del metallo prezioso rimane, in ogni caso, sopra quota 35 euro.
Si chiude su posizioni di modeato assestamento, per il metallo prezioso, la settimana di contrattazioni tra il 13 e il 17 aprile; in ogni caso, il ridimensionamento della quotazione dell’oro nel periodo appare contenuto e, sotto certi aspetti, addirittura fisiologico, dopo una serie di settimane caratterizzate da un costante segno finale positivo.
La settimana corta che ha seguito il ponte di Pasqua ha visto le contrattazioni sul metallo prezioso limitate alle quattro sedute da martedì 7 a venerdì 10 e se, tra martedì e giovedì, il fixing è rimasto sostanzialmente stabile, l’ultimo giorno di apertura dei mercati ha fatto segnare una performance decisamente vivace che ha reso il periodo positivo, per l’ennesima volta, per quanti hanno scelto di investire in oro fisico.
Secondo Simon Hunt della Simon Hunt Strategic Services "la Cina possiede molto più oro di quello che sta mostrando ufficialmente al resto del mondo”. Stando agli studi di Alasdair Macleod, uno dei più importanti analisti del mercato dell'oro, tra il 1983 e il 2002 la Cina avrebbe infatti accumulato addirittura 25.000 tonnellate d'oro in posizioni non ufficialmente o direttamente riconducibili alla banca centrale o ad altre istituzioni statali: così, le sue riserve auree effettive si attesterebbero, al momento attuale, a più di 30.000 tonnellate di metallo prezioso.