Da un articolo di Björn Schöpe apparso nella newsletter tedesca “CoinsWeekly” del 19 febbraio e che prende spunto da una nota stampa ufficiale della Bundesbank: “Fin dall’inizio della crisi economica, Berlino si è dimostrata molto attenta nella gestione delle riserve auree del paese.Dopo tutto, la Germania con le sue oltre 3.300 tonnellate possiede il secondo stock al mondo, seconda solo agli U.S.A., e circa il 40 per cento è conservato a New York, presso la Federal Reserve Bank, mentre il resto come a Parigi e Londra”.
Le settimane prima e dopo le elezioni politiche in Grecia del 25 gennaio scorso hanno prodotto effetti visibili anche sul mercato del metallo prezioso nel paese ellenico.
Tutti coloro che, nel nostro Paese, investono in metallo prezioso dovrebbero essere a conoscenza del fatto che, per trasferimenti d’oro da e verso l’estero di valore superiore ai 12.500 euro sussiste come obbligo di legge la presentazione di una dichiarazione dell’operazione all’Ufficio Italiano Cambi.
Cinque sedute all’insegna di una sostanziale stabilità delle quotazioni, tra il 16 e il 20 febbraio, vedono il metallo prezioso mostrare dapprima – tra lunedì e martedì – un calo abbastanza deciso, poi recuperato in buona parte nel resto della settimana, seppure in un clima generale ancora dominato dall’incertezza.
Prosegue anche nella seconda settimana di contrattazioni del mese di febbraio l’andamento in flessione del prezzo dell’oro dopo il picco, di poco inferiore ai 1.150 euro per oncia, toccato il 23 gennaio scorso. La precedente fase di salita, del resto, era stata quasi senza battute d’arresto fin dagli inizi di novembre 2014 e si era fatta più rapida specialmente nelle prime tre settimane di mercato del nuovo anno.