L’oro, inalterabile dagli agenti chimici, è balzato agli onori della cronaca anche per essere stato usato, di recente, da alcuni chef in preparazioni gastronomiche quanto meno originali.
E’ stata definita “monumentale” quando, nel 2012, è stata presentata al pubblico dalla Perth Mint australiana la moneta pesante ben una tonnellata d’oro a 999,9 millesimi di purezza che, con i suoi 80 centimetri di diametro e ben 12 di spessore, si è guadagnata il primato di bullion coin più grande del mondo.
Parte con il piede giusto l’anno dell’oro che mette a segno una settimana di costanti apprezzamenti che non solo ne collocano la quotazione sopra la soglia dei mille euro per oncia, ma vedono anche un assestamento su livelli che non si raggiungevano dal settembre del 2013.
Le festività di fine e inizio anno, con le relative giornate di chiusura delle piazze finanziarie e dei mercati dell’oro, ci portano in questo report a considerare il periodo dal 23 dicembre al 4 gennaio che ha visto, complice anche il riacutizzarsi dei timori di un’uscita della Grecia dall’euro, un frazionario apprezzamento del metallo prezioso in attesa della piena ripresa di operatività da parte delle piazze di scambio mondiali e di segnali di maggior chiarezza da parte, in primo luogo, della Banca Centrale Europea sull’immissione di liquidità nell’Eurozona allo scopo di favorire la ripresa.
Secondo i più recenti dati diramati dallo United States Geological Survey – l’agenzia governativa che studia le risorse naturali, comprese quelle minerarie, degli U.S.A. – il mese di settembre ha rappresentato un vero e proprio exploit nell’esportazione d’oro americano, che con 50,1 tonnellate metriche è cresciuta di ben il 70% rispetto al mese precedente (29,6 mt).