Sebbene, stando ai dati ufficiali del World Gold Council, il quantitativo d’oro riciclato immesso sul mercato nel 2017 sia calato di circa il 10% rispetto al 2016, passando da 1.295 a 1.160 tonnellate, questa voce rimane ancora fondamentale nella panoramica delle forniture globali di metallo prezioso che, negli ultimi due anni, si sono attestate rispettivamente a 4.362 tonnellate nel 2016 e 4.072 nel 2017.
CINA, PRODUZIONE IN CALO NEL Q1 2018 | La produzione di metallo prezioso da miniera, in Cina, si è contrata di quasi il 3% nei primi tre mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, secondo i dati resi noti a metà aprile e riportati, fra gli altri, dal portale specializzato “Bullion Vault” (leggi qui). Questo risultato negativo fa prevedere per il 2018 un calo annuo ancor maggiore del -6% già registrato nel 2017, secondo le ultime statistiche della China Gold Association. In dettaglio, nel Q1 2018 la Cina ha estratto 98,2 tonnellate d’oro contro le 101 del Q1 2017.
“E’ davvero nascosto nel sottosuolo di una foresta demaniale della Pennsylvania?” si chiede il giornalista Everett Millman in un articolo pubblicato il 24 marzo scorso (leggi qui il testo originale) in relazione ad un presunto carico d’oro che sarebbe scomparso durante la Guerra di Secessione americana.
Sebbene senza particolari strappi verso l’alto, nella settimana terminata con l’inatteso incontro tra i leader delle due Koree Moon Jae-in e Kim Jong-un, il metallo prezioso tiene le posizioni specialmente in rapporto alla valuta comunitaria che nel periodo è passata, nei confronti del dollaro USA, da un cambio sopra quota 1,23 a 1,21 circa.
L’ennesima settimana positiva per la maggior parte dei mercati azionari e le dichiarazioni distensive del leader nord coreano Kim Jong Un - che ha annunciato la fine dei test missilistici e nucleari - hanno “distratto”, per così dire, gli investitori dal metallo prezioso il cui prezzo in euro ha oscillato in una fascia ristretta e chiuso all’insegna della pressochè totale stabilità.