Nella settimana che è terminata - a mercati chiusi - con l’attacco congiunto da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia nei confronti del regime siriano di Bashar Al Assad, il metallo prezioso si è mosso in generale in modo prudente, fatta salva le seduta di mercoledì 11 aprile che, invece, si è svolta decisamente in rialzo e ha permesso di archiviare con segno positivo il periodo.
Seconda “settimana breve” consecutiva, per i mercati internazionali del metallo prezioso. Tuttavia, grazie ad alla giornata di materdì 3 aprile in deciso territorio positivo, l’oro si riporta in prossimità dei 1.090 euro per oncia stabilizzandosi poco al di sotto, attorno a quota 1.085, alla chiusura dei mercati del 6 aprile.
Koos Jansen, uno degli analisti più scomodi del panorama internazionale per quanto riguarda il metallo prezioso e, specialmente, l’aspetto della trasparenza sulle riserve auree dei vari paesi, torna ad occuparsi della spinosa questione dell’oro statunitense con una lunga e documentata inchiesta pubblicata il 28 marzo nella sezione news del portale “BullionStar” (clicca qui per il testo originale).
Ronan Manly, esperto del settore metalli preziosi e autore di articoli su numerosi blog internazionali, è stato intervistato di recente dal network “Russia Today” sul rapporto tra banche centrali e prezzo del metallo prezioso (accedi qui alla versione originale dell’articolo). Un tema scottante al punto che l’autore titola “Le banche centrali si preoccupano del prezzo dell’oro… tanto da manipolarlo!”.
Jack Beresford, dalle colonne del quotidiano “The Irish Post”, ha dedicato di recente un articolo alle ricchezze minerarie, nella fattispecie quelle auree, che potrebbero celarsi nel sottosuolo della verde Irlanda.