E’ stato reso disponibile da pochi giorni “Outlook 2018” a cura del World Gold Council (accedi qui al documento completo) nel cui abstract si fa presente, innanzi tutto, come anche nel 2017 gli investitori di tutto il mondo abbiano continuato ad aggiungere metallo prezioso ai loro portafogli, sia in termini di fisico che (in misura molto minore) di strumenti come gli ETF e di come il prezzo dell'oro, in dollari USA, sia cresciuto di ben il 13,5%, il miglior risultato dal 2010.
Il 22 gennaio l’agenzia Reuters ha reso noto che il World Gold Council (WGC) starebbe studiando la creazione di uno standard globale per i kilobar d'oro in modo che tali lingotti possano essere utilizzati come garanzia nei mercati a termine e, potenzialmente, incoraggiare la domanda di metallo prezioso. I kilobar - lingotti d'oro da un chilogrammo di fino - dominano infatti il commercio asiatico, ma la mancanza di trasparenza sulla loro origine e l'assenza di uno standard globale di certificazione ne limita o ne ostacola l'uso negli scambi altrove.
Nato a Bari il 6 gennaio del 1949, Salvatore Rossi entra in Banca d’Italia nel 1976 e, dopo una brillante carriera, dal 10 maggio 2013 ricopre il ruolo di direttore generale con la facoltà di sostituire il governatore in caso di assenza o impedimento.
Per vari anni a capo del Centro Studi di Palazzo Koch, Rossi è anche presidente dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) ed ha recentemente dato alle stampe, per i tipi della casa editrice bolognese “Il Mulino”, un volumetto di 132 pagine dall’evocativo titolo di “Oro” (ISBN 978-88-15-27414-4).
BATTERI “MINATORI”: UNA SCOPERTA RIVOLUZIONARIA? | Alcuni ricercatori hanno individuato nel Queensland, in Australia, una specie di batteri che sarebbe in grado di “aggregare” micro particelle d’oro trasformandole in piccole pepite in grado di essere sfruttate e lavorate. Si tratterebbe di una scoperta rivoluzionaria che, se portasse a risultati su vasta scala, da un lato permetterebbe alle compagnie estrattive di “ripulire” i grandi bacini minerari inattivi da tutto il metallo prezioso residuo (altrimenti non lavorabile) e, dall’altra, di contribuire in modo decisivo al riciclaggio dell’oro contenuto in smartphone, computer e altri dispositivi elettronici. Una parte di tale metallo, infatti, con le attuali tecniche di “rottamazione” e recupero va comunque disperso. Frank Reith, docente presso l’Università di Adelaide, ha spiegato in questo modo l’azione dei batteri “minatori”: “Questi microrganismi appaiono in grado di ‘filtrare’ altri minerali come l'argento e il rame e quindi di ‘costruire’ piccole pepite, granello dopo granello, strato per strato fino a renderle individuabili e lavorabili con processi industriali". Per saperne di più leggi qui il reportage pubblicato dal sito della “ABC News”.
Scontando in parte l’attuale forza dell’euro sul dollaro - o meglio, la generale debolezza del biglietto verde sul mercato delle valute, dove il rapporto rispetto alla divisa comunitaria veleggia su quota 1 euro per 1,22 dollari USA - nella settimana appena trascorsa il metallo prezioso è rimasto pressochè stabile cedendo, dopo cinque sedute senza scossoni, circa tre decimi di punto percentuale.