“Non è tutto oro quel che luccica”: un adagio sentito più volte, in riferimento a situazioni del tutto differenti. In questo caso, stando al report diramato dall’agenzia di analisi SRSrocco il 19 ottobre, (leggi qui) la considerazione che la realtà sia ben diversa dall’apparenza è da applicare all’industria estrattiva del metallo prezioso che, a livello planetario, nell’ultimo periodo si sta scontrando con criticità impensabili fino a pochi anni or sono e che rischiano di minare il futuro stesso del settore.
LA PIU’ GRANDE MINIERA D’ORO E’… TRA LE STELLE | E’ stata rilanciata dai media di tutto il mondo (in Italia, fra gli altri, da “Repubblica.it”, leggi qui l’articolo) la scoperta che due stelle di neutroni si sono scontrate a 130 milioni di anni luce dal nostro pianeta. L'esplosione è stata osservata dalle antenne gravitazionali Ligo-Virgo e da decine di telescopi sulla Terra e nello spazio svelando agli scienziati il “mistero” di come nell'universo si formano metalli pesanti come oro, platino e uranio. La “miniera spaziale” contiene una quantità di oro pari a dieci volte la massa della Terra. “Ma - chiosa l’astronomo Paolo D’Avanzo - è decisamente troppo lontana per essere raggiunta”. Ha quindi aggiunto: “Sappiamo che all'interno delle stelle gli atomi si fondono fino a generare il ferro, ma non gli elementi più pesanti. Il processo può avvenire all’interno delle supernove, ma in quantità troppo piccole rispetto a quanto vediamo intorno a noi. Osservare lo scontro di due stelle di neutroni ci ha chiarito alcuni aspetti”.
Dopo una partenza positiva, la settimana appena trascorsa ha visto, per il metallo prezioso, tre sedute consecutive all’insegna del ribassso il cui effetto è stato solo frazionalmente ridotto dalla lieve risalita del fixing nel corso della seduta di venerdì 20. In sintesi, al termine del periodo la quotazione ufficiale dell’oro in euro ha scontato circa tre quarti di punto percentuale di contrazione.
Bill Holter, in un’analisi pubblicata su “Gold Eagle” il 2 ottobre (leggi qui il testo originale), torna ad approfondire lo scenario della possibile creazione, in un futuro nemmeno troppo remoto, di un nuovo Gold standard a gestione cinese. “Abbiamo visto per anni come la Cina è cresciuta in forza economica, finanziaria e militare - scrive Hotler -. I cinesi si sono consolidati realizzando accordi commerciali e creando strutture di credito e finanziarie avanzate. Sappiamo anche che la Cina sta assorbendo la fornitura globale d’oro da miniera da ormai dieci anni. Come ho scritto in passato, si può supporre che ora il paese abbia accumulato 20.000 tonnellate o più rispetto alle ‘presunte’ 8.133 tonnellate detenute dagli Stati Uniti”.
Il World Gold Council ha appena diffuso un “Market update” (leggi qui) relativo alla Repubblica Federale Tedesca il cui mercato del metallo prezioso si è notevolmente evoluto negli ultimi due lustri, tanto da far parlare di un vero e proprio “decennio d’oro”.
Di fronte alle ripetute crisi finanziarie e alla politica monetaria della BCE, molti investitori tedeschi si sono rivolti all'oro per proteggere la propria ricchezza. In risposta, fornitori di nuovi prodotti sono entrati nel mercato rendendo più semplice per le persone investire in metallo prezioso. L'anno scorso, ad esempio, sono stati più di sei i miliardi di euro spesi in Germania in prodotti di investimento in oro, e sembra esservi spazio per un ulteriore margine di crescita.