Lo scorso 9 settembre abbiamo pubblicato un articolo dal titolo “L’oro di Marcos basterebbe per arricchire le Filippine” (leggi qui) dedicato alle immense ricchezze di cui la famiglia dell’ex presidente, scomparso nel 1989, avrebbe ancora il controllo. Liquidità, gioielli e proprietà immobiliari, quote azionarie ma, soprattutto, un finora ben meglio specificato quantitativo di metallo prezioso allocato in 177 banche di 72 paesi diversi.
Michael Cosares, dalle pagine del blog specializzato “GoldEagle” (leggi qui l’articolo completo) ci svela una pagina di storia del XX secolo che non tutti conoscono. In un approfondimento pubblicato lo scorso 6 settembre, infatti, ci ricorda che subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti possedevano la stragrande maggioranza della riserva aurea del pianeta, circa 22.000 tonnellate metriche in lingotti. Un quantitativo enorme che, nel 1945, corrispondeva a oltre l'80% dell'oro totale di proprietà di tutti gli Stati e le Banche centrali del mondo e che costituiva un formidabile strumento di potere economico e di influenza a livello globale. Attualmente, invece, gli USA detengono poco più di 8.000 tonnellate metriche di metallo prezioso, che rappresentano circa il 42% della riserva complessiva globale (ufficiale).
Premettendo che la diversificazione del portafoglio è un elemento fondamentale per ogni risparmiatore, e che la composizione dello stesso va valutata con attenzione, riportiamo in sintesi quanto pubblicato - con tanto di info grafiche video - da Mike Maloney nel blog statunitense “GoldSilver.com” che si occupa di metalli preziosi (accedi qui alla versione completa).
AGOSTO ROVENTE PER BMP | Il mese di agosto per Bolaffi Metalli Preziosi si è chiuso con un boom nelle vendite online. È stato di oltre 365 mila euro il fatturato derivante dalla vendita di lingotti tramite il sito della società. “Il ricavato è tre volte superiore a quello dello stesso mese del 2016 - dice Filippo Bolaffi, amministratore delegato di Bolaffi Metalli Preziosi -. È significativo che in agosto, con i punti vendita chiusi nelle due settimane centrali, i nostri clienti, preoccupati per l’incertezza geopolitica, abbiano deciso di non rinunciare ai loro investimenti neanche in vacanza, affrettandosi ad acquistare lingotti e monete con un semplice click”.
La relativa stasi sullo scacchiere dell’Estremo Oriente dopo l’ultimo test nucleare effettuato dalla Korea del Nord, e quindi le decisioni della Banca Centrale Europea che, come ha ribadito Mario Draghi, al momento non intende né rivedere i tassi d’interesse né il Quantitative Easing, hanno portato sul mercato del metallo prezioso ad una settimana di sosanziale stabilità.