Le importazioni nette di metallo prezioso effettuate dalla Repubblica Popolare Cinese attraverso una delle sue piazze commerciali principali - la città portuale di Hong Kong, ex colonia britannica - sono più che raddoppiate nel mese di marzo.
Secondo i dati forniti all’agenzia Reuters dall’Hong Kong Census and Statistics Department, le acquisizioni d’oro da parte del paese, riconosciuto come il consumatore più attivo del mondo, sono salite infatti a quota 111,647 tonnellate metriche in marzo, contro le “appena” 47,931 tonnellate del mese di febbraio.
Il WGC, l’organizzazione globale che si occupa di promuovere e sviluppare l’industria e il mercato del metallo prezioso, ha rilasciato di recente una “Consultation paper” destinata alle autorità monetarie per mettere in evidenza, in sintesi, quelle che dovrebbero essere le pratiche raccomandate alle autorità stesse in relazione alla gestione delle riserve auree, ai meccanismi di acquisizione, corretta classificazione e certificazione, stoccaggio, prestito o leasing, swap o cessione di quantitativi d’oro.
Esattamente trent’anni fa, nel 1987, la Royal Mint - la zecca del Regno Unito - presentava sul mercato mondiale una novità assoluta, destinata a trasformarsi nel tempo in un classico tra le bullion coin: la coniazione in oro 917 millesimi (22 carati) tipo Britannia, contenente un’oncia di metallo prezioso.
Una moneta elegante, innovativa e classica al tempo stesso, raffigurante al dritto il profilo dell’intramontabile regina Elisabetta II (in tre successive versioni ufficiali: la prima fino al 1997, la seconda fino al 2014 e la terza dal 2015 in poi) e, al rovescio, una versione moderna della personificazione femminile di Britannia, il nome dato dagli antichi Romani all’isola appena conquistata nel 43 d.C.
Lunedì grigio, se non nero, quello del 24 aprile, per il mercato del metallo prezioso: l’oro, infatti, in una sola seduta si rimangia i guadagni messi a segno nell’ultimo mese dando il via ad una settimana caratterizzata da un quasi costante profilo negativo che, alla fine, porta la quotazione del grammo a lasciare sul terreno ben oltre un euro (-1,25 euro, per l’esattezza).
Con i mercati chiusi anche nella giornata di lunedì 17 aprile, la settimana appena trascorsa ha visto il metallo prezioso ripiegare, sebbene in modo non marcato, per scendere sotto la soglia dei 1.200 euro per oncia recuperando, in parte, solo nella seduta di venerdì 21 aprile e lasciando sul terreno, complessivamente, circa un punto percentuale.