STATI UNITI | Dal momento che le politiche monetarie federali - si viene a sapere dall’Arizona - hanno reso la cartamoneta "praticamente senza valore," i legislatori si stanno muovendo per consentire ai residenti dello Stato di investire in monete d'oro senza dover pagare più alcuna tassa sulle plusvalenze realizzate dalla successiva vendita. Il provvedimento, ancora in attesa di una votazione finale, verrebbe a configurarsi come una deroga alla legge che richiede alle persone, se ad esempio acquistano un quadro oppure un’auto d'epoca per 10.000 dollari e la rivendono a 12.000, di versare allo Stato un'imposta sui 2.000 dollari di profitto ottenuti. Per saperne di più, si veda l’articolo pubblicato da “Tucson.com” a questo indirizzo.
Prosegue il trend positivo sul mercato internazionale del metallo prezioso: nonostante un avvio di settimana il lieve flessione rispetto al fixing di venerdì 10 febbraio, infatti, l’oro ha archiviato il periodo da lunedì 13 a venerdì 17 con segno positivo, grazie a tre sedute all’insegna del rialzo ed una sola - quella di mercoledì 15 - caratterizzata da una sostanziale stabilità.
E’ dalle ultime sedute del mese di gennaio che, salvo minime battute d’arresto, il metallo prezioso sta facendo segnare una fase di costante e regolare irrobustimento delle quotazioni. La settimana tra lunedì 6 e venerdì 10 febbraio non ha fatto eccezione, portando l’oro di nuovo sopra quota 1.160 euro per oncia (37,30 euro per grammo circa) per poi ripiegare lievemente nelle ultime due giornate di scambi.
Il World Gold Council ha diffuso il report completo sulla situazione globale del metallo prezioso nel 2016. Un anno che, se da un lato, ha visto una crescita della domanda globale d’oro del 2% circa rispetto al 2015 (4.308,7 tonnellate contro 4.215,8) ed una forte crescita degli ETF gold-based (in risalita per il terzo anno di fila e a quota 532 tonnellate, non lontano dal record del 2009, a quota 646 tonnellate), dall’altro ha mostrato alcuni segnali contraddittori e il delinearsi di situazioni complesse, soprattutto in merito ai mercati trainanti di India e Cina. Ma andiamo con ordine.
“Dove sono custodite le vaste riserve auree russe?” titola, in un approfondimento di Alexander Bratersky, il portale “Russia between the lines” (leggi qui il testo completo).
Con 1.614,27 tonnellate di metallo prezioso, infatti, la Federazione Russa risulta al momento il quinto paese al mondo per consistenza delle riserve e la loro allocazione e custodia rappresentano, dunque, un problema cruciale.