Il World Gold Council ha diffuso il report completo sulla situazione globale del metallo prezioso nel 2016. Un anno che, se da un lato, ha visto una crescita della domanda globale d’oro del 2% circa rispetto al 2015 (4.308,7 tonnellate contro 4.215,8) ed una forte crescita degli ETF gold-based (in risalita per il terzo anno di fila e a quota 532 tonnellate, non lontano dal record del 2009, a quota 646 tonnellate), dall’altro ha mostrato alcuni segnali contraddittori e il delinearsi di situazioni complesse, soprattutto in merito ai mercati trainanti di India e Cina. Ma andiamo con ordine.
“Dove sono custodite le vaste riserve auree russe?” titola, in un approfondimento di Alexander Bratersky, il portale “Russia between the lines” (leggi qui il testo completo).
Con 1.614,27 tonnellate di metallo prezioso, infatti, la Federazione Russa risulta al momento il quinto paese al mondo per consistenza delle riserve e la loro allocazione e custodia rappresentano, dunque, un problema cruciale.
Lo scorso 24 gennaio il World Gold Council ha pubblicato un corposo rapporto di approfondimento su ben 92 pagine (disponibile in Pdf singolo, o per sezioni, a questo indirizzo), relativamente ad uno dei mercati fondamentali nello scenario planetario del metallo prezioso: l’India.
Dieci sezioni monografiche approfondiscono singoli aspetti, dai “drivers” della domanda d’oro indiana all’articolato settore gioielleria (struttura del mercato, commercio internazionale, modi e forme della domanda) fino alle forme di investimento in bullion, alle miniere, a strutture di raffinazione e riciclaggio del metallo, senza contare politiche e particolarità dell’approccio all’oro del sistema finanziario.
IMPORT/EXPORT SVIZZERA A DICEMBRE | Esportazioni d’oro record, a dicembre 2016, per la Svizzera verso il mercato cinese: un balzo che ha visto le 30,6 tonnellate del mese precedente diventare addirittura 158,0, con un aumento del +416%. Pechino al top tra i clienti della Confederazione Elvetica che in totale, nell’ultimo mese dello scorso anno, ha esportato 287,9 tonnellate di fisico, per 10,8 miliardi di franchi di controvalore (dati forniti dalla Dogana Federale). La crescita nella domanda di oro raffinato e garantito dalle compagnie elvetiche del settore ha comportato, per il paese, la necessità di importare 323,6 tonnellate da oltre confine, di cui una parte - quella non riassorbita all’estero - è rimasta nel paese una volta lavorata, certificata e venduta ad investitoti di tutto il mondo. Queste ed altre informazioni sull’argomento in un post di Mark O’Byrne, Executive and Research Director del portale specializzato “GoldEagle” (leggi qui). Un altro interessante contributo su oro, Cina e Svizzera nel “South China Morning Post” a questo indirizzo.
Si è apprezzato di quasi due punti percentuali, in euro, il prezzo del metallo prezioso nelle sedute di contrattazione a cavallo tra la fine del mese di gennaio e l’inizio di febbraio. Il tutto, a seguito di tre giornate in deciso territorio positivo (lunedì-martedì e giovedì) alle quali hanno fatto seguito due sessioni di lieve ripiegamento.