“L’impero americano sarebbe collassato da decenni se non avesse abbandonato l’oro”: così titola un approfondimento pubblicato da “GoldEagle” il 10 gennaio. Un’analisi dettagliata che spiega perché gli Stati Uniti non saranno mai in grado di tornare indietro a quel Gold Standard abbandonato oltre quarant’anni fa.
La seconda settimana di contrattazioni, sul mercato del metallo prezioso, ha di fatto ricalcato l’andamento della prima con una prevalenza di sedute in territorio positivo e solo una - quella di venerdì 13 - caratterizzata da una tendenza alla presa di beneficio. In ogni caso, da venerdì 2 a venerdì 9 l’oro ha incrementato il proprio prezzo del +0,76%.
L’analista Koos Jansen, dalle colonne del blog specializzato “BullionStar”, ritorna sul tema caldo della richiesta di metallo prezioso da parte dell’enorme - e ben poco trasparente - mercato cinese. Scrive Jansen in un post pubblicato il 6 gennaio: “Nel mese di dicembre 2016 la domanda d'oro cinese all'ingrosso, misurata dal quantitativo di prelievi effettuati dai caveau dello Shanghai Gold Exchange (SGE), si è attestata a quota 196 tonnellate, in calo del 9% rispetto a novembre.
“Si tratta di un malinteso comune - scriva Ronan Manly in un post del 7 gennaio rilanciato anche dal sito del GATA, il Gold Anti-Trust Action Committee - che le principali banche centrali del mondo e le autorità monetarie possiedano grandi quantità di lingotti d'oro.
In realtà, questo oro è di proprietà di Stati sovrani che lo hanno affidato alla banca centrale del rispettivo paese, e le banche centrali stanno semplicemente agendo come ‘guardiani’ del metallo prezioso”.
Nella sezione “Business” del portale “OutlookIndia” (leggi qui l’articolo completo) è apparso un interessante approfondimento nel quale il giornalista Pragya Singh ha intervistato Somasundaram PR, direttore generale per l’India del World Gold Council, con l’intento di fare un po’ di chiarezza sulla questione - e gli eventuali limiti - del possesso e del commercio di metallo prezioso da parte dei cittadini indiani, nonché sul quantitativo di metallo prezioso in mani private nel paese.