L’amministrazione Trump non si è ancora insediata, ma come si susseguono le voci su coloro che dovrebbero ricoprire i posti chiave nel prossimo governo USA, così non mancano neppure i rumor sulle linee strategiche che il presidente eletto intenderebbe perseguire - come ha ripetuto spesso in campagna elettorale - “to make America great again”.
PECHINO CHIUDE LE PORTE ALL’ORO? | A seguito della svalutazione dello yuan renminbi, con l’intenzione di arrestare il flusso di capitali verso l’estero - si legge in un articolo riportato da “Mining.com” (leggi qui) - Pechino sta cercando di limitare le importazioni di metallo prezioso che, nell’ultimo periodo, sul mercato cinese è stato pagato a prezzi sensibilmente più alti rispetto a quelli fissati sui mercati internazionali. In una nota dell’agenzia Reuters si sottolinea, ad esempio, come mediamente un’oncia d’oro sia stata pagata in Cina, negli ultimi tempi, dai 24 ai 30 dollari in più rispetto al mercato internazionale e che questo abbia convinto il governo a rivedere al ribasso i quantitativi d’oro acquistabili anche da parte della banche commerciali autorizzate.
Un’ulteriore serie di marcati ribassi ha caratterizzato la settimana a cavallo tra fine novembre ed inizio dicembre sul mercato del metallo prezioso.
A due iniziali sedute caratterizzate da una sostanziale stabilità, infatti, sono seguire altrettante giornate decisamente in rosso che hanno riportato sotto quota 1.100 euro per oncia il metallo prezioso, salvo poi recuperare in piccola parte nella giornata di venerdì 2 dicembre.
Settimana piuttosto pesante, quella appena trascorsa, per il mercato globale del metallo prezioso. Dopo due sedute all’insegna di una pressochè totale stabilità, infatti, nella giornata di mercoledì 23 l’oro ha fatto registrare un marcato calo di quotazione, aumentando ulteriormente le perdite anche durante le sessioni di mercato di giovedì e venerdì. Il tutto ha portato ad una contrazione percentuale del fixing pari al -1,99%
E’ ben noto come la quantità di metallo prezioso disponibile sul mercato ogni anno per nuovi usi sia limitata e, fondamentalmente, composta da due voci: una parte estratta dai giacimenti auriferi (prevalente) ed una ottenuta dal riciclaggio di manufatti, gioielli e dispositivi tecnologici (minoritaria, sebbene in crescita costante).