Nella settimana che ha preceduto le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America il metallo prezioso ha proseguito, pur senza particolare dinamismo, la fase di progressivo recupero iniziata dopo il tonfo delle giornate tra il 2 e il 6 ottobre riportandosi, in sostanza, sul livello di quotazione medio mantenuto dall’inizio agosto all’inizio del mese scorso.
Un centesimo di euro: a tanto ammonta la variazione, in positivo, del prezzo del grammo d’oro tra la chiusura di venerdì 21 e quella fatta registrare al termine delle contrattazioni di venerdì 28 ottobre. L’ultima settimana del mese si chiude dunque, per il metallo prezioso, nel segno della stabilità dopo una settimana di contenute oscillazioni sia al rialzo che al ribasso.
Si è svolta a Singapore, dal 16 al 18 ottobre, la conferenza annuale della London Bullion Market Association che, presso le sale congressi del lussuoso Shangri-La Hotel, ha radunato ben 700 delegati di zecche, banche, raffinerie di metalli preziosi, broker di settore, fornitori commerciali e tecnologici legati alla filiera dell’oro e degli altri metalli da investimento.
La trasparenza in materia di riserve auree nazionali - abbiamo avuto modo di sottolinearlo più volte - dovrebbe rappresentare per le banche centrali dei vari paesi un dovere non solo nei confronti dei cittadini, ma di tutta la comunità internazionale e del mercato globale del metallo prezioso. Come pure, ogni banca centrale sarebbe tenuta a controllare e a verificare periodicamente consistenza ed integrità del proprio oro che, nella maggior parte dei casi, è soltanto in parte allocato entro i confini nazionali.
Le esportazioni svizzere d’oro sono scese del 9% in settembre, rispetto ad agosto, attestandosi a 149 tonnellate metriche che rappresentano il dato più basso da sei mesi a questa parte. A certificarlo sono le autorità doganali elvetiche che sottolineano come, tuttavia, il dato sia superiore del 5% rispetto alle 141 tonnellate registrati in uscita dal paese nel mese di settembre dello scorso anno.