Seconda settimana consecutiva di recupero per il metallo prezioso che, sebbene senza particolari strappi al rialzo, in cinque sedute con segno positivo si è apprezzato, al grammo, di quasi un euro (91 centesimi, per l’esattezza). Ad influire sul risultato alcune notizie provenienti dal settore minerario, la paventata “fuga” delle grandi banche britanniche dalla City e, ovviamente, la contrazione dei prezzi scontata nelle settimane precedenti, che ha reso ancor più appetibile l’investimento in oro.
Dopo una settimana alquanto pesante - quella dal 3 al 7 ottobre, che si era chiusa con un calo della quotazione pari al -4,96% - il metallo prezioso ha tentato, nel periodo 10-14 ottobre, di avviare una fase di recupero. Nel periodo, infatti, le sedute da lunedì 10 a giovedì 13 sono state tutte in territorio moderatamente positivo e soltanto la giornata di contrattazioni di venerdì 14 si è chiusa all’insegna di una lieve flessione.
Il World Gold Council ha diramato il 5 ottobre un report nel quale si analizza l’attuale momento del mercato dell’oro a livello mondiale, caratterizzato da prezzi in contrazione che tuttavia - si legge nel testo - “confermano il metallo prezioso come uno degli asset più redditizi dell’anno.
Riteniamo - prosegue il WGC - che i consumatori e gli investitori potrebbero vedere nel calo dei prezzi una buona opportunità di acquisto, dato che in molti sono rimasti in attesa di questa fase di ‘pull-back’ per rientrare sul mercato. Storicamente, si veda ad esempio il terzo trimestre del 2015 quando un calo del fixing nella misura di un abbondante 7% innescò un marcato aumento della domanda d’oro non solo sotto forma di gioielli, ma anche di lingotti e di monete da investimento”.
Gli italiani ricordano bene - se non altro per averne letto nei libri di storia - come alla fine del 1935, a seguito delle sanzioni approvate contro l’Italia dalla Società delle Nazioni dopo l’invasione dell’Etiopia, il regime fascista lanciò la campagna “Oro alla patria” per raccogliere metalli preziosi da incamerare nel patrimonio nazionale. Quell’iniziativa, fortemente propagandistica, portò alla raccolta di circa 37 tonnellate d’oro e 115 tonnellate d’argento che - pur non risultando determinanti per l’economia italiana del tempo - ebbero un grande valore nella conferma del consenso popolare al regime mussoliniano.
Il 9 ottobre il Gold Anti-Trust Action Committee (GATA), ha rilanciato con evidenza un articolo pubblicato dal portale “King World News” (leggi qui il testo completo). Il noto economista svizzero ed esperto del settore oro Egon von Greyerz ha infatti rilasciato un’intervista a tutto campo sul mercato del metallo prezioso nella quale, innanzi tutto, ha ribadito come - a suo parere - le massicce vendite della scorsa settimana sui mercati internazionali non siano state altro che l’ennesima operazione condotta per manipolare artificiosamente al ribasso il prezzo del metallo prezioso. Circa il 40% della produzione d’oro prevista per quest’anno (1.000 tonnellate circa) è infatti passata di mano - se non fisicamente, per lo meno sulla carta - ridimensionando la quotazione come non accadeva da molti mesi.