Abbiamo riportato nella scorsa newsletter la notizia dell’acquisto, da parte di ICBC (la Industrial and Commerce Bank of China) di uno dei più capienti e sicuri siti di stoccaggio per metalli preziosi della City di Londra, quello già di proprietà di Barclays e capace di ospitare lingotti d’oro per circa duemila tonnellate (leggi qui l’articolo completo).
Ci eravamo occupati dell’argomento già nello scorso mese di marzo (leggi qui l’articolo): le finanze pubbliche di Caracas, sull’orlo del default ben più di quelle - ritenute comunque ad alto rischio - di Grecia e Ucraina - fanno appello alle riserve auree per procurarsi quella liquidità necessaria ad onorare i debiti internazionali e a permettere un minimo di funzionamento all’apparato statale.
L’analista Frank Holmes, dalle colonne del blog “SeekingAlpha” (leggi qui il post completo) ha pubblicato all’inizio di giugno i dati relativi alle dieci miniere d’oro che, nel mondo, sono risultate le più produttive nel corso del 2015.
L’oro, si sa, è da millenni uno dei principali fattori in grado di influenzare, anche in maniera determinante o dirompente, le fortune - o, in ogni caso, i destini - di interi popoli e nazioni. L’oro inteso come riserva privilegiata di valore portò infatti Spagnoli e Portoghesi ad avventurarsi, a partire dalla fine del XV secolo, attraverso l’Oceano Atlantico all’esplorazione del “Nuovo Mondo” portando in Europa centinaia di tonnellate d’oro e migliaia di tonnellate d’argento, mentre per le civiltà native, che spesso non consideravano affatto prezioso il “metallo prezioso” per antonomasia, l’arrivo dei conquistadores e la loro “fame” di metallo giallo significarono guerra, sterminio, schiavitù.
La settimana a cavallo tra i mesi di maggio e giugno è trascorsa, per il metallo prezioso, senza scossoni di rilievo, con oscillazioni della quotazione entro una fascia ristretta di meno di dieci euro per oncia, per l’esattezza tra i 1.085 e i 1.094. Il tutto ha portato ad un modesto apprezzamento finale, nel periodo, di 11 centesimi di euro per grammo d’oro.