Il loro autore, il grande scultore Augustus Saint-Guadens, non le vide mai coniate, anche se restano uno dei suoi capolavori ed una tra le monete più celebri della serie americana: parliamo delle monete in oro da 10 dollari in oro tipo “Indian Head” battute tra il 1907 e il 1933. Coniate con un peso di 16,718 grammi e un diametro di 26,92 millimetri, le “aquile” al tipo del pellerossa hanno, come era previsto dalle leggi federali, un titolo di 900 millesimi, con la restante parte composta di rame.
Un andamento in altalena nelle cinque sedute della settimana appena trascorsa fa sì che il metallo prezioso chiuda il periodo 16-20 maggio all’insegna di una pressochè sostanziale stabilità, con una contrazione di soli 9 centesimi di euro sul prezzo del grammo e pari, in percentuale, ad un frazionario -0,25%.
Settimana interlocutoria, quella appena trascorsa, per quanto riguarda il mercato del metallo prezioso; dal fixing di chiusura di venerdì 6 maggio (36,27 euro per grammo), infatti, l’oro nelle sedute di lunedì e martedì ha in parte perso terreno per poi recuperare e chiudere il periodo lasciando sul terreno 24 centesimi di euro per grammo.
Da qualche tempo a questa parte i paesi arabi mostrano sempre maggior interesse nei confronti del metallo prezioso, inteso come mezzo di investimento e come riserva di valore fisica da affiancare a titoli ed altre forme di soluzioni patrimoniali.
E non parliamo solo di sceicchi e magnati del petrolio, ma anche di quella “middle class” islamica che vorrebbe vedere nell’acquisto di metallo prezioso un comportamento virtuoso (in questo senso è usato il termine arabo “Shariah”).
Lo stato americano del Texas procede a tappe forzate per la realizzazione dello State Gold Bullion Depository, il sito di stoccaggio nazionale delle riserve auree che restituirebbe ad Austin, al locale governo e ai cittadini texani un potere di custiodia e gestione del metallo prezioso di loro proprietà finora delegato alla Federal Reserve e ai suoi storici caveau.