Un’altra settimana positiva, quella appena trascorsa, per il metallo prezioso che dopo una giornata di iniziale ripiegamento, lunedì 15, rispetto alla chiusura del venerdì precedente, ha fatto registrare tre sedute all’insegna di una sostanziale stabilità ed una, a fine periodo, assai più vivace e positiva che ha riportato l’oncia d’oro sopra la quota dei 1.100 euro.
L’11 febbraio, nel bel mezzo di una delle settimane più dinamiche vissute sul mercato internazionale dell’oro da mesi a questa parte, il World Gold Council ha diramato il consueto rapporto annuale sulla richiesta e l’offerta globale di metallo prezioso nei diversi settori, dal quale sono emersi - come sempre - dati interessanti ed anche qualche sorpresa.
Con questa curiosa espressione, mutuata direttamente dalla geologia, Frank Holmes prende in esame nel portale “GoldEagle” (leggi qui l’analisi completa) il massiccio drenaggio di metallo prezioso dalle economie occidentali - fino a qualche decennio fa detentrici della maggioranza delle riserve auree statali e private del pianeta - verso il lontano oriente, in particolare verso quella Cina che, per lungo tempo considerata soggetto di una crescita esplosiva e potenzialmente infinita, sta invece affrontando cambiamenti radicali e, talvolta, non privi di difficoltà.
Anche i media generalisti italiani, in occasione della “tempesta perfetta” che ha coinvolto i mercati azionari di tutto il mondo nelle ultime settimane, sono tornati ad occuparsi del ruolo del metallo prezioso come bene rifugio. Tra gli altri, lo ha fatto il portale “Repubblica.it” (leggi qui il testo completo) con un articolo a firma di Andrea Ricciardi che h intervistato Carlo Alberto De Casa, chief analyst e responsabile per l'Italia di ActivTrades.
Qui Shangai | Contrariamente a quanto si era pensato alcune settimane fa, lo Shangai Gold Exchange - la principale piazza asiatica per la contrattazione del metallo prezioso - non ha interrotto in modo definitivo la pubblicazione dei propri dati periodici di scambio. Dopo un breve periodo di pausa, infatti, il “weekly report” è stato sostituito da un rapporto mensile.