La quotazione dell’oro prosegue nella sua fase di discesa, anche nella settimana di contrattazioni dal 7 all’11 dicembre, in uno scenario internazionale che, tuttavia, continua a mostrare una forte richiesta di lingotti e di metallo fisico sia da parte di investitori istituzionali che privati. Uno scenario ancora in parte da interpretare in vista del nuovo anno.
Un’altra settimana pesante, per il metallo prezioso, quella tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre. Ad alcune sedute iniziali all’insegna di una certa stabilità, infatti, è seguito un vero e proprio “giovedì nero” in concomitanza con il discorso del presidente della BCE Mario Draghi e l’annuncio del prolungamento del “Quantitative Easing” nell’Eurozona fino al marzo 2017. Decisioni che hanno deluso i mercati finanziari internazionali e depresso la quotazione dell’oro la quale, tuttavia, ha subito un rimbalzo nella giornata di venerdì 4 dicembre.
Fari puntati, come periodicamente accade, sulla Repubblica Popolare Cinese dal momento che il gigante asiatico (quasi 9,707 milioni di chilometri quadrati di estensione, per una popolazione stimata di 1,4 miliardi di persone) si conferma sempre di più come il principale mercato mondiale dell’oro a livello di importazioni e, perciò, anche come soggetto influente sulle dinamiche planetarie correlate al metallo prezioso.
Ad inizio novembre abbiamo dato spazio alla notizia riguardante l’introduzione di nuove normative imposte dal governo indiano al fine da limitare le importazioni d’oro dall’estero, che pesano in modo notevole sulla bilancia commerciale di New Delh.
Secondo l’ultimo rapporto trimestrale del World Gold Council (leggi qui l’articolo dedicato all’argomento nel nostro portale) la domanda globale di metallo prezioso nel terzo trimestre 2015 si è confermata in netta crescita con i mercati di Stati Uniti, Europa, Cina e Russia a guidare la volata tra le realtà che stanno facendo incetta di metallo prezioso.