Poco più di trentasette millimetri di diametro, 41,66 grammi di peso legale e titolo del metallo prezioso fissato a 900 millesimi: queste le caratteristiche metrologiche che definiscono una delle “bullion coins” più note al mondo, i 50 pesos messicani. Questa prestigiosa tipologia fu emessa per la prima volta nel 1921, in occasione del 100° anniversario dell’indipendenza del Messico dalla Spagna che era stata proclamata, per l’appunto, il 28 settembre 1821.
Era dal 30 settembre scorso che l’oro non ripiegava sotto quota mille euro per oncia; cosa che, di nuovo, ha fatto a conclusione dell’ultima settimana di contrattazioni del mese di novembre, attestandosi a quota 999,50 euro l’oncia nella giornata di venerdì 27. Fluttazioni contenute, in ogni caso, nel periodo in esame con appena 38 centesimi a separare il fixing minmo dal massimo.
Appena due centesimi di euro dividonoil fixing del grammo d’oro di lunedì 16 novembre da quello di venerdì 20. Una settimana, dunque, all’insegna di una complessiva stabilità, sebbene tale risultato sia frutto della compensazione tra una prima fase di contrazione e due successive sedute di mercato in territorio positivo.
Come ogni trimestre, il World Gold Council ha diramato il rapporto ufficiale che fotografa la produzione e la richiesta globale di metallo prezioso, suddivisa per settori. Nel periodo da luglio a settembre, la domanda globale è aumentata dell'8% anno su anno fino a raggiungere quota 1.121 tonnellate complessive.
La Repubblica Popolare Cinese sta conducendo da anni una sistematica campagna di prospezioni alla ricerca di nuovi giacimenti di minerali strategici, tra i quali ovviamente c’è l’oro in prima fila. E’ recente la notizia, rilanciata fra gli altri da Koos Jansen nel portale “BullionStar” (leggi qui l’articolo completo) dell’individuazione del più grande giacimento mai scoperto nel paese, e che si trova a duemila metri di profondità, nei fondali del Mar Cinese Orientale, presso l’arcipelago delle Isole Shansan nella provincia dello Shondong.