Fino al 2006, il Sudafrica ha dominato la scena mondiale nel settore dell’estrazione e della produzione aurifera, con quantitativi attorno alle 1.000 tonnellate di metallo prezioso immesse ogni anno sul mercato. Nel 2014, invece, il paese si è dovuto invece accontentare del quinto posto tra i produttori d’oro mondiali alle spalle della Repubblica Popolare Cinese (355 tonnellate), dell’Australia (270 tonnellate), degli Stati Uniti (237 tonnellate) e della Russia (200 tonnellate)
E’ stata scoperta di recente nei pressi di Wedderburn, nello stato australiano di Victoria, una pepita d’oro dall’eccezionale peso 27,06 chilogrammi. Protagonista del fortuito ritrovamento (effettuato con un normale metal detector) Mick Brown che, del resto, di mestiere è prospettore minerario, ossia si occupa di sondaggi e indagini preliminari per la ricerca di nuovi giacimenti da sfruttare.
Una delle monete in oro da investimento più amate al mondo è la 20 dollari statunitense tipo Liberty Head, così chiamata per l’elegante profilo femminile – personificazione della Libertà – che campeggia al dritto del conio.
Lievi flessioni seguite da moderati rialzi fanno sì che la settimana appena trascorsa si chiuda, per la quotazione dell’oro, sotto il segno di una sostanziale stabilità, con appena 50 centesimi di euro a dividere il fixing minimo e quello massimo toccati, rispettivamente, mercoledì 18 e venerdì 20. Maggiori dettagli nella “Sintesi della settimana”.
Durante la settimana appena conclusa il prezzo dell’oro in euro è leggermente salito da 1.089 a 1.096 euro per oncia. Tale andamento non è però confermato dalla sua quotazione in dollari, che invece è leggermente scesa, per cui le oscillazioni sono principalmente dovute ad effetti valutari, derivati dali recenti cambiamenti della politica monetaria europea (quantitave easing).