Il presidente Donald Trump ha designato Judy Shelton, economista favorevole a un ritorno del gold standard, come una delle due candidate presidenziali per il rinnovo del direttivo della Federal Reserve americana. L’altro è Christopher Waller, capo economista della Fed di Saint Louis. La Shelton è attualmente nel direttorio della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e in più di un’occasione si è espressa in favore della convertibilità del dollaro in oro.
La London Bullion Market Association (Lbma) ha affermato che l’oro è molto più liquido rispetto alle obbligazioni governative e societarie e ha presentato nuovi dati che confermano come il metallo prezioso non dovrebbe essere soggetto alle rigide regole di Basilea 3.
A metà del mese di giugno l’oro ha raggiunto il tetto massimo da aprile 2018 arrivando a superare i 1.350 dollari l’oncia (1350,95 il 14 giugno). A influire sul trend positivo del metallo giallo ci sono soprattutto le preoccupazioni riguardanti l’economia cinese e le tensioni in Medio Oriente.
Secondo una ricerca scientifica condotta dall'università canadese di Guelph e dalla Columbia University, l’oro, il platino e gli altri metalli preziosi sarebbero stati originati dall’esplosione di una supernova.
La prima settimana di giugno è stata una settimana d'oro. Il metallo giallo ha raggiunto il picco massimo da oltre un anno di 1.348 dollari l'oncia, in rialzo di oltre l'1%. Tra gli eventi che hanno inciso sul mercato la minaccia dei dazi americani contro il Messico che ha preoccupato gli operatori economici e dato una spinta alla ricerca di beni rifugio. Dopo l'accordo fra Stati Uniti e Messico il metallo giallo è arretrato a 1,330.46 dollari rimanendo comunque in prossimità dei massimi dell'anno.