Dopo un avvio incerto il metallo prezioso - nell’ultima settimana di contrattazioni - ha accennato ad una inversione di tendenza mettendo a segno due sedute in territorio positivo alternate da una, quella di giovedì 13 luglio, all’insegna di una pressochè totale stabilità. A conclusione del periodo l’oro ha recuperato oltre mezzo punto percentuale rispetto alla chiusura del venerdì precedente.
L’avvio del secondo semestre del 2017 non porta grandi novità per il metallo prezioso: nella settimana appena trascorsa, infatti, l’oro ha lasciato sul terreno quasi due punti percentuali confermando una tendenza al ribasso in atto, quasi senza soluzione di continuità, dai primi giorni di giugno.
Tra gli analisti del settore metalli preziosi si sente spesso parlare di “Gold Peak”, vale a dire del livello massimo della produzione mondiale del metallo prezioso. Secondo alcuni esperti, la fornitura d'oro avrebbe raggiunto il picco nel 2016 o, in ogni caso, sarebbe probabile il raggiungimento di questo “picco assoluto” molto presto. E, il tutto, spinge parte del mercato verso una visione rialzista.
Gli esperti d’Oltreoceano lo hanno classificato come un “Flash Crash”, ossia come un repentino e misterioso crollo: si tratta della contrazione del prezzo dell’oro in dollari fatta registrare a mercati chiusi, alle 4 di mattina (ora della Costa Orientale USA) dello scorso 27 giugno, a seguito della vendita sui circuiti internazionali di ben 1,8 milioni di once (circa 50 tonnellate) di metallo prezioso per un controvalore che ha sfiorato i 2,2 miliardi di dollari.
In questo periodo di scadenze fiscali, vale la pena ricordare come il 1° luglio 2014 è entrata in vigore l’aliquota di tassazione sulle rendite finanziarie, passata dal 20% al 26% dopo il precdente, robusto aumento avutosi il 1° gennaio 2012 che aveva cancellato la vecchia aliquota del 12,5% in vigore fino al quel momento.