Ennesima settimana in territorio positivo, per il mercato globale del metallo prezioso, quella tra lunedì 4 e venerdì 8 luglio 2016: nel periodo, infatti, sebbene senza le impennate viste in precedenza, l’oro ha proseguito inarrestabile la sua scalata mantenendosi stabilmente sopra la quota dei 1.200 euro pero oncia (38,58 euro al grammo) ed attestandosi, alla fine, a ben 39,40 euro per grammo, con un incremento settimanale pari a +0,73 euro.
Il governo indiano si muove per inasprire le normative di legge legate al commercio dell’oro, soprattutto per quanto riguarda l’importazione di metallo prezioso nel paese da parte dei privati. Entreranno in vigore il prossimo 16 luglio, infatti, le nuove limitazioni sui quantitativi - sotto forma di lingotti e di gioielleria - che è possibile introdurre nel paese - uno dei principali consumatori d’oro al mondo - dall’estero.
La London Bullion Market Association si autodefinisce “The Competent Authority for the world’s Bullion Market”. Supervisionata dalla Bank of England, LBMA definisce il fixing quotidiano del metallo prezioso a livello mondiale attraverso i cosiddetti contratti di prima istanza (OTC, ossia “Over the counter”).
Gli altri mercati mondiali sui quali avviene la contrattazione dell’oro, da quello statunitense a quelli cinesi, svolgono un ruolo secondario e lavorano, di fatto, sulla base di quanto definito da Londra.
Non accade spesso di imbattersi in analisi economiche o geopolitiche pubblicate in lingua italiana e pertinenti il mercato mondiale del metallo prezioso. Anche per questo - oltre che per la dettagliata sintesi e la chiarezza dei contenuti - segnaliamo con piacere un ampio articolo a firma di Giacomo Gabellini pubblicato il 24 giugno da “L’Indro. L’approfondimento quotidiano indipendente” a questo indirizzo.
RALLY ORO POST BREXIT | “La Brexit può segnare l’inizio di una nuova, forte fase ‘bull’ nel settore delle miniere e del metallo prezioso”: questa l’opinione di Jake Klein, esperto di Evolution Mining pubblicata da “MiningWeekly” a questo indirizzo. Quanto accaduto il 23 giugno in Gran Bretagna e nell’Unione Europea, con riflessi su tutte le borse mondiali, rivela secondo Klein i primi segnali della definizione di nuove basi per il mercato economico e finanziario. Nella crescita della quotazione dell’oro seguita alla Brexit, infatti, non è da vedere solo un effetto panico dovuto al crollo degli indici azionari, ma anche la scelta precisa, fatta da grandi gruppi e società di investimento, di spostare sul metallo prezioso parte del proprio portafoglio.