Periodo quanto mai vivace, quello a cavallo delle festività di fine anno, per il metallo prezioso: dopo essere sceso fino ad un minimo relativo a poco meno di 971 euro per oncia il 30 dicembre, infatti, l’oro - sull’onda delle pessime performance delle borse asiatiche, che hanno avuto riflessi negativi sui mercati di tutto il mondo - ha ripreso a correre fino a sfiorare i 1.020 euro, confermando - casomai ve ne fosse bisogno - il suo ruolo storico di bene rifugio.
Scavando negli archivi, l’esperto internazionale di metalli preziosi Koos Jansen ha ripescato un articolo interessante, pubblicato dal quotidiano olandese “NRC Handelsblad” nel lontano 1993, nel quale si affermava esplicitamente che già allora la People’s Bank of China - la banca centrale di Pechino - stava attuando acquisti sistematici di oro fisico in quantità sul mercato londinese.
Il portale di settore “GoldCore”, ogni anno oppure con cadenza biennale, pubblica un dettagliato report nel quale viene analizzata la situazione dei metalli preziosi da investimento, oro “in primis”, e nel quale vengono formulate tesi sui probabili e possibili scenari di evoluzione futura del mercato.
La recente decisione del presidente sudafricano Jacob Zuma con cui, il 9 dicembre scorso, è stato rimosso dal suo incarico il ministro delle Finanze Nhlanhla Nene sta portando conseguenze inattese e positive per l’economia del paese, e per il settore aurifero in particolare.
Il quotidiano britannico “The Guardian” ha scoperto e pubblicato di recente un documento segreto contenente le linee guida dell’organizzazione terroristica internazionale capeggiata da Abu Bakr al-Baghdadi che sta seminando il terrore tra Europa e Medio Oriente, e nel quale vengono elencati nel dettaglio - in ventiquattro pagine - i “principi nell’amministrazione dello Stato Islamico”, dalla gestione dei campi di addestramento dei miliziani alla propaganda, senza dimenticare il controllo di risorse strategiche come il petrolio e l’oro.